La Voce interiore è come un amico che ti consiglia sempre

da | 8 Novembre 2021 | Scoprire il Divino Sé

Foto di Robin Higgins da Pixabay

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Quando si entra in sintonia con il Sé Superiore, è come avere un amico che parla con noi, non sempre a parole, ma spesso attraverso intuizioni.

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È vero che c’è gente che parla con sé stessa, ma questo è il normale monologo interiore che conosciamo; per esempio: “Appena torno a casa farò questo e quest’altro”. Le parole del Sé interiore non si possono confondere con questi monologhi, esse vengono dal cuore e sono sempre piene di bontà; inoltre, spesse volte i consigli del Sé Superiore sono esattamente l’opposto di ciò che pensiamo. E quello che è più bello è che ha sempre ragione. Però non si possono chiedere delle banalità anche se per noi sono importanti. Ma cose spirituali, e anche materiali se proprio sono importantissime. Quando ho scoperto il mio vero Io immortale mi sono resa conto di aver trovato un Amico a cui rivolgermi in modo naturale e semplice. Con sorpresa ci si accorge che a volte è Egli stesso a interpellarci durante il giorno.

Una volta ricordo che stavo preparando il pesto per condire la pasta. A mia figlia piace molto, quindi glielo preparo spesso. Fu così che nel silenzio, essendo da sola in casa, mentre preparavo il basilico e lo tritavo, pensavo con Amore al mio Dio interiore e al solo pensarLo mi scapparono due lacrime. All’istante, la Voce interiore mi disse: “Lo prepari anche per Me?” La gioia fu così grande che mi commossi ancor di più.

Un altro giorno, invece, di parecchi anni fa, ricevetti una telefonata triste. Era la figlia di mia nipote, che, piangendo, mi disse che suo zio sacerdote aveva avuto un grave incidente con la macchina. Un’altra automobile a grande velocità gli era piombata addosso di fianco, e per tirarlo fuori dalle lamiere fu necessaria la fiamma ossidrica. Fu portato al più vicino ospedale e messo in rianimazione. Era in gravi condizioni, aveva il femore rotto e necessitava di un intervento ma in quel momento non era possibile farlo. Non appena poté respirare da solo lo operarono al femore. Poi si accorsero che i polmoni erano schiacciati e dovevano operare anche quelli, quindi chiesero la firma dei parenti. La situazione era preoccupante, ecco perché mia nipote, mentre lo raccontava, piangeva. I medici non si pronunciavano.
Mi sentii molto addolorata nell’udire tutto ciò. Ma in quell’attimo stesso, sentii la Voce che diceva: “Dille di non disperare; perché sopravviverà. Iddio ha ancora bisogno della sua opera qui, quindi non è arrivata la sua ora.” Lì per lì ripetei le parole che avevo sentito, ma mia nipote dall’altra parte del telefono immediatamente disse: “Ma zia, non hai capito. Mio zio sta morendo.” Risposi: “Ma no, non morirà, te l’ho appena detto. Sono parole che mi sono state dette.” Lei replicò. “Ma chi? Chi te l’ha detto?” “Non lo so” risposi, “ma le ho sentite”. Così lei disse: “Grazie zia, però ti dico che lui sta molto molto male, è grave…” E concludemmo la telefonata. Dopo un po’ di giorni, mi dissero che aveva cominciato a respirare da solo. E allora lo operarono al femore, e poi lo operarono anche ai polmoni. Trascorso ancora qualche giorno, il marito di mia nipote mi disse: “Zia non so come andrà.” Ma io lo rassicurai: “Non ti preoccupare. Vedrai, andrà tutto bene, e starà meglio di prima.” Lui non proferì parola, tacque. Io compresi che quel silenzio significava: “Come fai ad esserne così sicura se mio fratello sta ancora male?E difatti fui io a parlare e gli dissi: “Non temere, vedrai che sarà così!” Passarono ancora un paio di settimane e i medici dissero che ormai era fuori pericolo. Dopo poco più di un mese, uscì dall’ospedale per andare in una struttura di convalescenza e riabilitazione e finalmente guarì completamente. Stette bene e tornò alla sua vita.

Un’altra volta la Voce interiore si presentò quando mia figlia cominciò a lavorare per sei mesi di stage in una banca. Appena laureata in Giurisprudenza con 110/110 e una tesi in Economia Politica, si iscrisse all’Ufficio Stage dell’Università. Dopo pochi giorni, fu chiamata dalla banca per un colloquio e fu scelta per il periodo di prova.
Io per intuizione ero sicura che l’avrebbero assunta dopo lo stage. Molto prima che scadessero i sei mesi, una mattina sentii la Voce che mi diceva: “Quando viene Debora stasera, la prima cosa che devi dirle prima che salga le scale è: “Debora sei contenta di quello che è avvenuto oggi?” Io naturalmente non sapevo di che parlava, ma sentivo di ubbidire e così feci. Quando lasciò la macchina in garage ed entrò in taverna mi salutò dicendomi: “Ciao mamma”, ecco io invece di rispondere al suo saluto, le feci la domanda così come mi era stata detta: “Debora sei contenta di quello che è avvenuto oggi?” Lei tacque per un momento, poi, mentre saliva le scale, mi domandò: “Forse ti riferisci al fatto che oggi la mia responsabile mi ha presentato al direttore generale?” “Sì” ho detto. (Ma io non lo sapevo). “Questo vuol dire che ti hanno assunta”. E lei mi ripose: “Ma no! Non hanno fatto cenno a questo, però può anche darsi, non lo so.” “E invece io so che ti hanno assunta oggi.” Queste furono parole che mi salirono alla bocca, non erano mie.
Infatti, qualche tempo dopo, circa un mese prima che scadessero i sei mesi, la sua responsabile, porgendole una lettera, disse: “Tieni! Io ti faccio il regalo per l’anno nuovo.” Era la lettera di assunzione. (Era il mese di dicembre).
Ma ancora prima di questo fatto, ci fu un’altra cosa riguardo sempre al lavoro di mia figlia.

Quando fece il primo colloquio in banca per lo stage, al ritorno mi raccontò che non sapeva se l’avrebbero scelta. Disse inoltre che non valeva la pena domandare l’ammontare dell’eventuale compenso visto che era per una prova. In quei giorni venne a trovarmi mio nipote, figlio di mia sorella minore, con sua moglie. Debora raccontò del colloquio e lui disse: “Hai chiesto quanto ti daranno?” Rispose mia figlia: “Ma no, perché so dai miei amici, che già fanno questi stage, che non vengono pagati, o tutt’al più ricevono un rimborso spese.”. Anche mio nipote affermò la stessa cosa confermando che anche i suoi amici universitari non venivano ricompensati o al massimo ricevevano il rimborso spese per i mezzi di trasporto. Aggiunse: “Perciò ti devi accontentare di ciò che ti danno sempre se ti prendono.” E anch’io pensavo che si sarebbe dovuta accontentare. Ma tutto di un tratto la Voce mi disse: “E Debora prenderà intorno ai due milioni di lire!” Io rimasi perplessa e risposi a me stessa: “Ma no, se loro stanno dicendo che non danno quasi niente, come posso dire una fesseria simile, che prenderà così tanto?” Allora mitigai per non farmi ridere in faccia, presi la parola anch’io e dissi ciò che mi era stato detto però ridussi un po’ l’ammontare della paga. Rivolgendomi a mia figlia, dissi: “Ma no, vedrai che prenderai un milione e seicentomila lire o giù di lì.” Loro due mi guardarono con una faccia… ma non risero per rispetto e tacquero. A quel silenzio io quasi ci rimasi male. Al secondo colloquio, quando fu sicura che era stata scelta, Debora chiese se fosse previsto un rimborso. Disse: “La prima volta non ho parlato di soldi ma adesso posso sapere se mi pagherete le spese?” (Perché la banca è a Milano e doveva prendere il treno).
Loro, stupiti, risposero: “Allora tu saresti venuta a lavorare senza saperlo?” “Sì, perché so che a volte non danno quasi niente.” Rispose. Quindi affermarono: “Apprezziamo la tua sincerità e adesso ti diciamo quanto prenderai.” La persona che parlava si recò in un altro ufficio a prendere un documento che riportava quanto l’avrebbero pagata e tornò dicendo: “Ti daremo un milione e settecento mila lire più i ticket per i pasti. Sei contenta?” “Sì che lo sono, grazie!”
Quindi, erano davvero intorno ai due milioni, perché un milione e settecento netti più i ticket arrivavano intorno a quella cifra. Aveva ragione la Voce e io per paura di fare brutta figura dissi di meno.
E in tante altre cose è così. Io penso in un modo, mentre invece la Voce dice in un altro. Quindi non è il mio pensiero a parlare, perché Voce e pensiero si contraddicono molto spesso. Visto così, adesso ascolto la Voce e non più il mio pensiero che mi fa sbagliare e se per caso lo ascolto e sbaglio, mi dico: “Se avessi invece ascoltato la Voce…”
Talvolta mi dà consigli anche per le piccole cose quotidiane: “Non fare così ma è meglio cosà.” È veramente un grande Amico.

Ora, a conclusione di questo argomento, riporto di seguito alcune splendide parole tratte dal libro di Eva Pierrakos intitolato Il Sentiero del Risveglio interiore, Edizioni Crisalide:

LA VOCE INTERIORE: UNA
MEDITAZIONE DELLA GUIDA

..Se vi fermate ed ascoltate in silenzio, potete sentire la voce del vostro sé interiore. Nel suo linguaggio, egli vi dice:

Sono Dio. La Mia natura è eterno amore,
sono il Creatore, sempre presente,
vivo in te,
mi nuovo attraverso di te,
mi esprimo in una miriade di forme
attraverso di te, di te, di te –
attraverso gli animali,
e gli alberi ed il cielo ed il firmamento,
attraverso tutto quello che esiste.

Io vivo in te
e se Mi permetterai di agire attraverso di te,
di farmi conoscere attraverso il tuo cervello,
di farmi sentire attraverso le tue emozioni,
potrai conoscere la mia forza, che non ha limiti.

Non avrai paura di questa forza
che si manifesta a tutti i livelli.
Essa è grande, ma arrenditi a Me.
Arrenditi a questa forza,
a questa prorompente corrente,
che ti farà ridere,
che ti farà piangere,
ma sempre di gioia.

Infatti Io sono te, e tu sei Me.
Non posso agire sul tuo piano
Se non ti offri a Me come strumento.
Se Mi darai ascolto
guiderò ogni passo della tua strada.

Quando ti trovi nell’oscurità,
ti sei allontanato da Me.
Se te ne renderai conto,
potrai ritornare a Me.
Non sono mai lontano. Mi trovo sempre qui, in ogni particella del tuo essere.

Se tu farai la mia volontà,
tu ed Io diventeremo sempre più una cosa sola,
e sarò Io a fare la volontà tua.

Da Il Sentiero del Risveglio interiore, di Eva Pierrakos, Edizioni Crisalide

Parlo di me

Ciò che ho sperimentato e compreso è talmente bello e importante che non posso tenerlo solo per me. Per questo ho deciso di condividere le mie esperienze spirituali. E se anche soltanto una persona, leggendo il blog o i miei libri, decidesse di intraprendere un cammino di ricerca interiore arrivando a provare la mia stessa infinita Gioia, avrò raggiunto l’obiettivo. La vita spirituale mi ha dato tutto, mi ha appagato completamente. Quando si ama intensamente Dio, non si desidera nient’altro e non si teme più nemmeno la morte. Il Padre, puro Amore, è la Grande Energia che permea l’Universo e noi non siamo altro che sue Scintille. Acquisirne la consapevolezza ci fa sentire completi e in armonia con il creato. Nel mio cammino, ho scelto la meditazione profonda perchè la considero una via diretta, ma ciascuno è libero di intraprendere la strada che gli è più consona.

Anna Gravinese

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