Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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Vita dopo vita ci perfezioniamo sempre più fino a riconoscerci Scintille dell’Assoluto. La Realizzazione non è altro che la piena consapevolezza della propria divinità. Non è un’esperienza religiosa ma mistica e per realizzarla non occorre studiare teologia o seguire dei riti, ma solo un cuore puro e un grande amore per Dio.
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Sai Baba afferma:
“Non potete sfuggire; come la morte è certa così anche la Realizzazione è certa. È solo una questione di numeri di vite, ecco tutto. Voi potete mangiare alle dieci o alle dodici oppure alle quattordici. Ciò dipende da voi ma in ogni caso dovete mangiare per sopravvivere. Allo stesso modo la Realizzazione avverrà prima o poi”.
Ma, dico io, perché dobbiamo reincarnarci migliaia di volte, quando possiamo realizzarci in questa vita?
Sai Baba aggiunge:
“È un vero peccato che l’uomo non si renda conto di quanto sia facile raggiungere la liberazione in questa era e continui a condurre una vita sterile e senza significato. Io vi garantisco che se avete fede nel Signore, Egli provvederà a darvi non soltanto cibo ma persino il nettare dell’immortalità.
Voi avete questa grande potenzialità all’interno del vostro Io Superiore che vi consente di scoprire il Dio che è in voi e costringerLo a garantirvi quel Nettare”.
E dice anche:
“(…) L’uomo è nato con un grande destino ed è l’erede di un grande patrimonio. Non dovrebbe sprecare i suoi giorni a perseguire bassi ideali e volgari vanità.
Il suo destino consiste nell’arrivare a conoscere la Verità, vivere in Essa e per Essa. Solo la Verità può rendere l’uomo libero e felice.
Se egli non viene stimolato da questo elevato proposito, la vita è uno spreco, un mero dimenarsi fra le onde perché il mare della vita non è mai calmo.”
Dal Pensiero del giorno del 24 maggio 2003
Inoltre ci esorta:
“Liberatevi dal carcere che vi intrappola e scoprite chi siete.
Quando scoprirete chi siete voi sarete quello che Io sono e farete ciò che Io faccio.”
Sai Baba
Poi dice:
“Voi siete tutti Sat–Chit–Ananda swarupa (incarnazione della Essenza–Consapevolezza–Beatitudine) solo che non ne siete coscienti ed immaginate di essere individui soggetti a limitazioni.
Questa è la leggenda che va sfatata in modo che la vita Divina possa cominciare. È il Divino che inspira, che attiva, che è il compimento della vita di ogni essere.
Dall’atomo infinitesimo all’immenso universo, ogni singola entità muove verso questa conclusione; fondersi con l’oceano della beatitudine.”
Pensiero del giorno del 2 marzo 2005
Se arriviamo alla Realizzazione, non ci reincarniamo più su questa Terra perché ci ricongiungiamo con l’Assoluto. Ciò non significa che la nostra individualità scompare ma che raggiungiamo la perfetta beatitudine. E infatti Sai Baba afferma che si continua a esistere come consapevolezza: la piccola goccia, cioè la persona, diventa Oceano, è Uno con l’Oceano. Quando si realizza il Divino, non c’è più dualità, l’anima e Dio sono un tutt’uno.
Questo concetto è espresso anche nel libro Dai mondi invisibili, incontri e colloqui[1], Cerchio Firenze 77[2], a pag. 233:
“La Realtà Assoluta può essere sperimentata solo da chi si è identificato con l’Assoluto. Questi non è più “soggetto”, ma in questa comunione “sente” ed è il Tutto. L’identificazione con l’Assoluto non vuol dire però annichilimento, bensì sentire il Tutto con una vivezza indescrivibile. Colui che si identifica con l’Assoluto, oltre la coscienza cosmica, nella coscienza Assoluta, è l’Assoluto”.
Nella Bhagavad Gita al versetto 15 Capitolo 8 il Signore fa una bella promessa:
“Dopo averMi raggiunto, le grandi anime, yogi colmi di devozione, mai più torneranno in questo mondo temporaneo e pieno di sofferenze poiché hanno ottenuto la perfezione più alta”.
Sulla Terra facciamo una varietà di esperienze per trovare ciò che ci piace davvero, però pare che non riusciamo mai a sentirci veramente soddisfatti.
Alcuni si danno alla politica, altri alla musica e all’arte in generale, altri ancora allo sport e a tante altre attività, eppure non arrivano mai ad essere pienamente soddisfatti e felici. Alcune persone desiderano la carriera, ma anche se hanno successo nel lavoro, non si sentono mai completamente appagati.
Invece abbiamo la possibilità di essere felici, qui e ora, trovando Dio. Infatti, la Realizzazione non porta soltanto a spezzare il ciclo delle rinascite e morti donandoci la Beatitudine assoluta nell’aldilà, ma ci rende felici subito, in questa vita, e la gioia che il Signore ci dà è insuperabile.
Infatti, da quando pratico la meditazione sono molto più felice di prima. Come ho detto in un altro articolo, mi capitò addirittura di provare la meravigliosa esperienza dell’Estasi e non c’è altra gioia più grande di questa.
Il più grande Amore è il Suo. E per questo mi sono abbandonata a Lui interamente.
Riconoscere Dio in noi è quello che dovremmo fare primariamente. Se solo ricordassimo quante vite abbiamo vissuto, ci affretteremmo per raggiungere la nostra meta. Ma sfortunatamente nessuno ricorda e crediamo che l’esistenza attuale sia l’unica. L’Umanità vive in questo mondo come una persona che ha perso la memoria e non ricorda nulla di sé. Non si ricorda il suo nome, né che lavoro fa, né cosa deve fare in quel momento. Ha dimenticato tutto. Tutti noi ci troviamo in questa condizione.
E quindi non facciamo altro che reincarnarci in continuazione, restiamo sempre in prima elementare, come degli scolari ripetenti. Invece ciò che dobbiamo assolutamente fare è riconoscerci come Spirito di luce che vive in un corpo fisico. Così dopo possiamo finalmente tornare a Casa dal Padre e non venire più qua.
“L’anima dell’uomo, viaggiatrice, erra in questo ciclo di Brahman,
immenso, una somma infinita di vite e di stati, credendosi
diversa da Colui che ha ordinato il viaggio. Da Lui accolta, arriva
alla sua meta di Immortalità”.
Swetaswatara Upanishad, I. 6.
[1] Edizioni Mediterranee
[2] Il Cerchio Firenze 77 è un gruppo di studio formatosi attorno al medium Roberto Setti che dal 1946 cominciò a ricevere comunicazioni da Maestri disincarnati molto elevati riguardanti diversi argomenti.