Amore carnale e amore mistico

da | 26 Ottobre 2021 | Esperienze spirituali, Meditazione

Ci fu un periodo, all’inizio del mio cammino spirituale, in cui mi sembrava che Dio si fosse allontanato da me e invece ero in errore, perché in verità ero io che mi ero allontanata da Lui. Avevo altri pensieri e preoccupazioni terrene, che poi fortunatamente sparirono perché tutto si risolse in bene. Ho anche capito in seguito che il senso di colpa è un vero ostacolo nel cammino spirituale, bisogna allontanare questo pensiero con fermo proponimento e andare avanti senza interruzioni.

Quando tornai ad essere gioiosa e senza pensieri che intralciano, ricominciai il mio sforzo per l’ascesa spirituale. Ma mi accorsi che c’erano altri ostacoli da superare. Non è facile dominare tutti gli impulsi, ma dovevo farcela.
In una meditazione, mi vidi che avevo appena finito di imbiancare la mia cucina qui a casa mia. Soddisfatta, la guardavo compiaciuta e dicevo: “È venuta proprio bene, perfetta.” Ma in un angolo, tra una parete e l’altra, vidi uno sporco. Mi avvicinai per guardare attentamente. Era un sporco curioso. Era nero pesto; liscio e lucido, e si muoveva. Mi avvicinai di più e vedevo che lo sporco era costituito da tanti vermi, tutti insieme, che si muovevano. A quel punto rimasi delusa, lo toccavo e mi faceva ribrezzo, poi sparì tutto. Restai a pensare cosa volesse dire e intuii che c’era ancora un ostacolo viscido per riuscire nella meditazione profonda. Ma quale fosse non lo sapevo. Andai avanti non solo con la meditazione ma anche a leggere i libri di Yogananda che contenevano tanti insegnamenti importanti. Per esempio, lessi quanto segue:

“L’Anima è legata al corpo da una catena di desideri, tentazioni, angustie e preoccupazioni, e cerca di liberarsi. Se continuerete a dare strappi a quella catena che vi trattiene nella coscienza mortale, un giorno una Mano Divina interviene per romperla, e voi sarete liberi.”

E io ero decisa a liberare la mia anima. Facendo sforzi e tentativi ci sarei riuscita. Passò ancora del tempo e io continuavo ad andare avanti senza interruzioni. Poi lessi, sempre su un libro di Yogananda, questo:

“Grazie alla concentrazione profonda l’uomo può essere capace di “morire”, vale a dire, se riuscirà a far riposare coscientemente ogni giorno l’intero sistema nervoso volontario e involontario tutto il suo corpo fisico funzionerà con grande vitalità.
Eviterà il decadimento prematuro del corpo a cui si è soggetti.
Per involontario si intende i nervi del cuore polmoni e altri organi vitali.
Nella profonda meditazione si calma il cuore e questo impedisce alle sensazioni di turbare la mente.
Continuando poi a regolare il respiro il corpo rimane in uno stato di animazione sospesa, esteriormente morto ma interiormente sveglio.
L’anima sebbene assente dal corpo fisico è inebriata dalla Gioia di Dio ed è spiritualmente viva.
L’estasi divina non è uno stato di catalessi in cui si perde la consapevolezza sia del mondo esteriore sia del mondo interiore causata da una malattia, ma l’estasi divina è provocata dalla suprema ebbrezza dell’Amore Divino.
San Paolo conosceva il modo e dice:
“Io affermo in nome della gioia che
abbiamo in Cristo, io muoio ogni giorno” (Corinti, 1, 15, 31)”

Era a questo che ero diretta ma non ancora ci ero riuscita. Io volevo la meditazione con l’Estasi. Però vedevo con prova che con tutti gli sforzi possibili arrivavo fino a un certo punto ed era difficile proseguire. Mi sentivo come se avessi una grossa palla di ferro legata al piede che mi tirava giù. Dovevo fare qualcosa.

Mi trovai a leggere un brano, in un libro di cui non ricordo il titolo, che mi fu di aiuto a capire qual era l’ostacolo che mi teneva ferma, ne ero quasi sicura.
Nel brano si diceva che l’uomo è un essere spirituale e non può agire da materialista, essendo nel mondo della materia per conoscerla e conquistarla. Si spiegava poi che l’uomo è spirito racchiuso nel corpo: il corpo serve per poter vivere sulla Terra ma è l’anima la vera essenza e dà vita al corpo. La mente e i sentimenti costituiscono l’anima ed è questa che si reincarna in un nuovo corpo. Per questo motivo è necessario purificare pensieri e desideri, per mettere l’anima sulla via giusta. Anima e corpo devono diventare strumenti per lo Spirito, così da permettere al Divino di manifestarsi. Solo in tal modo non ci si sentirà attratti dai desideri materiali. E l’uomo capirà che le inclinazioni sensuali, la cupidigia, l’orgoglio, e altri sentimenti futili lo allontanano da Dio ed per questo che non è in grado di percepire lo Spirito nell’intuizione interiore. Se l’uomo invece arriva alla spiritualità vera, Dio può riflettersi nel suo cuore. Si spiegava poi che anche se in passato, una persona avesse vissuto nelle passioni sfrenate, sarebbe potuto arrivare alla continenza e fare una vita più casta e spirituale. Leggendo il brano che ho riassunto, ho capito ciò che serviva a me.

Poi nella Bibbia lessi questi passaggi:

“Vi sono eunuchi che nacquero tali dal ventre
materno; altri che lo sono divenuti per volontà
degli uomini, e ve ne sono ancora altri
che si son fatti tali da se stessi per il Regno dei
Cieli. Chi ha orecchi per intendere intenda”.

(Matteo 19, 12)

E allora mi dissi: devo rinunziare ai rapporti sessuali.

Devo assolutamente liberarmi. Sono questi che mi trattengono in basso, in quella che chiamo “palla di ferro legata al piede.” Il problema era grosso. Ma piano piano dovevo riuscirci senza litigare con mio marito. Cominciai a dirgli che ero propensa a dormire in letti separati, per la ragione dell’alito cattivo dovuto al fumo; giacché lui un era fumatore ben radicato. Di questo fu d’accordo. Ora si trattava di troncare i rapporti e non è facile; non può avvenire da un giorno all’altro ma richiede tempo e pazienza per non creare conseguenze. Grazie a Dio, piano piano, arrivò la comprensione da parte sua. E così ho potuto rinunciare alla forma inferiore dell’amore umano, per andare più lontano nella via dell’Amore con la A maiuscola, cioè l’Amore Mistico e Divino. Io stavo entrando in una fase della vita spirituale e avevo bisogno di trasformare l’energia sessuale attraverso le tecniche di concentrazione, meditazione e respirazione. Questa energia poi si convoglia in altri canali energetici, in modo che risalga lungo la colonna vertebrale e si trasformi in energia a più alta frequenza, poi viene mentalmente riportata all’interno per riunirla alle sottili energie spinali.
Avevo urgente bisogno di far questo, altrimenti non avrei potuto raggiungere la meta che mi ero prefissa. Difatti in un versetto della Bhagavadgita [1], il Signore dice:

“Si rende libero in eterno quell’esperto di meditazione (muni) che, cercando la Mèta Suprema è capace di ritrarsi dai fenomeni esterni fissando lo sguardo nel punto centrale fra le sopracciglia e neutralizzando le correnti uniformi di prana e di apana nelle narici e nei polmoni e di dominare la propria mente sensoria e l’intelletto, nonché di rendersi libero dai desideri, dal timore e dall’ira. (V. 27- 28).”

Quando imparai a mandare l’energia in alto e non sciuparla e trasmutarla in energia spirituale, cominciai a sentire una Gioia superiore che non si può paragonare a nessuna gioia terrena.

Quando piano piano riuscii nel mio intento, mio marito Salvatore mi disse: “A questo punto credo ai sogni, o almeno ad alcuni.” Allora mi feci raccontare il suo sogno. “Quando ero giovane”, disse, “sognai di essere sposato, ma dopo un po’ di tempo mia moglie non aveva più sesso.” E dopo qualche tempo feci un altro strano sogno. “Sembrava”, disse, “che tu fossi morta, ma fin qui non c’è niente di strano; la stranezza era che c’erano due Anne. Una era morta e l’altra era per terra a fianco al letto sul tappeto che dormiva. Io ero sconcertato nel vedere due Anne, una viva, e l’altra morta; e allo stesso tempo dovevo recarmi in chiesa, ove mi aspettava la mia nuova sposa, che attendeva di sposarmi. Tutti i parenti, tuoi e miei, mi dicevano: “Ma è giusto che ti risposi, ormai tua moglie è morta.”
Ma io scoppiai in un pianto ininterrotto, la mia sposa mi diceva: “Ma con tutto quello che hai sofferto…pensi ancora a lei?” Io rispondevo: “Ma lei non lo faceva perché non mi voleva bene, lo faceva perché non capiva…” E la sposa ripeteva: “Sì, sì, va bene, ma ormai è morta.” Anche i parenti erano tutti d’accordo con lei, cioè volevano che la sposassi. Ma le mie lacrime non mi lasciavano e nel pianto mi sono svegliato.”
Ecco, nell’ascoltare questi due sogni che lui aveva fatto in gioventù, non mi sentivo più in colpa. Capii che era già tutto predisposto da prima.

La differenza fu enorme. Nella meditazione il mio spirito sfrecciava come un missile nei cieli.
Infatti, una volta, in meditazione, ebbi questa visione: mi trovavo in un posto mai visto ed era buio; ad un tratto vidi partire da un fuoco un vero missile. Come a volte si vede in TV quando partono dalla NASA e sfrecciano in alto.
Invece, quando sentivo ancora la palla al piede, una volta sempre in meditazione, mi vidi chiusa in un solaio. Chiusa dentro, mi sentivo soffocare e volevo uscire, ma non c’era nessuna porta. Mi guardavo in giro, nessuna finestra. Chiusa come un topo in gabbia. Guardai in alto e vidi un lucernaio ma cementato, quindi non c’era nessuna possibilità di aprirlo, però pensai che quella fosse l’unica possibilità, ma come fare? Prima di tutto era chiuso e per secondo non c’era né una scala per arrivare sotto e tentare di uscire, e neanche un tavolo per salirci sopra e potermi almeno avvicinare, né una sedia, né uno sgabello, niente. Non c’era niente, ero disperata. Mi mancava già il respiro. Mi mancava l’aria. Non sapevo cosa fare! Fu allora che con la forza della disperazione pensai di lanciarmi con tutto il mio corpo contro quel lucernaio, nella speranza che si rompesse. Detto fatto. Feci un bel salto ma il lucernaio non si ruppe, non si aprì ma si curvò; e nella curva si aprì un piccolo spiraglio e riuscii a passare finalmente. Mi trovai fuori libera, stranamente in uno spazio vuoto. Non c’era niente e nessuno. Ma guardai in alto e scorsi una figura di donna. Una giovane donna vestita con abiti di un bel tessuto mai visto prima. Era seduta ma non c’era sedia. Aveva i capelli lunghi che le scendevano sulle spalle. Un manto la copriva ma lasciava vedere il suo bel vestito di un azzurro splendido. Anche il mantello era azzurro ma più scuro. I suoi capelli erano scuri. Ella mi guardava con dolcezza. Era molto bella e io la guardavo estasiata.
A un certo punto vidi arrivare una bambina con i capelli a caschetto. Si avvicinò e si strinse a me guardando anche lei la Vergine che era in alto. La Vergine mi fece capire che Lei non è la madre di tutti i viventi, perché è Dio stesso Padre e Madre di tutti noi, Lei è solo la nostra sorella maggiore.
Poi tutto sparì. Aprii gli occhi e pensai che Gesù dice anche che per entrare nel Regno di Dio bisogna diventar come fanciulli. E questo vuol dire alcune cose: innanzitutto, concentrarsi in Dio e dipendere dalla Sua Volontà, non dalla nostra; inoltre vivere la vita con il pensiero sempre rivolto a Lui in modo che sia più facile manifestare le qualità divine come la purezza di cuore e la rettitudine.
Fui rincuorata da questa visione. Prima riuscii a uscire dal solaio attraverso il lucernaio chiuso, era impossibile però alla fine sono uscita: questo significava che la mia anima, nonostante le grandi difficoltà, sarebbe riuscita a guadagnarsi la libertà. Mentre la visione della Vergine e la bambina vuol significare che avrei dovuto prima diventare pura come i bambini.


[1] La Bhagavadgita è un testo sacro dell’Induismo

Parlo di me

Ciò che ho sperimentato e compreso è talmente bello e importante che non posso tenerlo solo per me. Per questo ho deciso di condividere le mie esperienze spirituali. E se anche soltanto una persona, leggendo il blog o i miei libri, decidesse di intraprendere un cammino di ricerca interiore arrivando a provare la mia stessa infinita Gioia, avrò raggiunto l’obiettivo. La vita spirituale mi ha dato tutto, mi ha appagato completamente. Quando si ama intensamente Dio, non si desidera nient’altro e non si teme più nemmeno la morte. Il Padre, puro Amore, è la Grande Energia che permea l’Universo e noi non siamo altro che sue Scintille. Acquisirne la consapevolezza ci fa sentire completi e in armonia con il creato. Nel mio cammino, ho scelto la meditazione profonda perchè la considero una via diretta, ma ciascuno è libero di intraprendere la strada che gli è più consona.

Anna Gravinese

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