Mitologia e religioni

da | 7 Giugno 2022 | Scoprire il Divino Sé

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Ogni popolo nell’antichità aveva le proprie divinità. L’Impero Romano aveva i suoi dei e considerava ciò in cui credeva una religione, ma quando è giunto il Cristianesimo si è detto che non era religione ma mitologia e quindi è stata messa da parte. Ora c’è un unico Dio e tutti i santi, che sono uomini e donne che hanno sostituito gli dei antichi.
In India non hanno avuto religioni intermedie come il Cristianesimo che ha tolto le vecchie credenze e perciò sono andati avanti con la loro antica religione.
Ma quindi qual è la verità?
Il Padre è sempre e soltanto Uno, pura Energia che pervade l’Universo, lo anima e lo guida, e non ha alcuna forma; nello stesso tempo Dio è l’Universo stesso perché è in tutte le cose, ma rimane sempre Sé Stesso.
Diciamo che noi siamo fatti ad immagine di Dio, anche se Dio è pura Energia, che ha creato il Tutto con il Suo solo pensiero.
I miei genitori quando incaricarono un pittore di dipingere un quadro per la Chiesa del paese raffigurante il Padre Eterno, ebbero dall’artista questa risposta: “Giovanni, non si può pensare di racchiudere una Grandissima Energia che ha creato il Tutto in un uomo”.
Le antiche culture ora sono chiamate mitologie. Ma ciò non ci preoccupa in quanto in questo mondo di sogno tutto cambia. Esistono molti racconti della mitologia greca, egizia, indiana, inca, polinesiana ecc. che riguardano dei ed eroi. E a noi questi racconti sono giunti come leggende. Ma i narratori non scrivono tanto per scrivere, fanno le loro ricerche, come anche i pittori e gli scultori sappiamo che sono ispirati. Nei musei si trovano bassorilievi e altro che ci portano a quei tempi. L’Iliade e l’Odissea vengono studiati nelle scuole.

Si pensa che gli antichi capissero poco, fossero arretrati. Ma non è vero perché ora siamo in un mondo superficiale e si fa fatica a credere ciò che non si vede e tocca. Quello che oggi è soltanto mitologia, prima era religione e quel che oggi è religione, forse nel futuro sarà relegato a mitologia. Inoltre, ci sono tante religioni differenti, perciò come facciamo a sapere qual è quella giusta? Tutte sono giuste nei valori che trasmettono. Tutte hanno l’obiettivo di diffondere sentimenti buoni e aiutare le persone ad andare avanti e vivere santamente e in pace tra loro. Le lotte tra religioni non hanno alcun senso.
Ma non ci si deve attaccare alla religione: ciò che la gente dovrebbe fare, oltre a vivere in armonia e amore fraterno, è trascendere la religione e scoprirsi finalmente uno con Dio. Da quel momento in poi, non avrà più bisogno di alcuna dottrina che gli dica come comportarsi, in quanto la sua volontà coinciderà con la volontà di Dio.
Una volta Sai Baba ha detto: “Attenetevi a ciò che vi dice la coscienza, ritenete che ciò che dice è un Comando di Dio”. Sarebbe sufficiente vivere secondo coscienza per avvicinarsi all’insegnamento di Cristo e degli altri Maestri e raggiungere la meta come hanno fatto loro.

I popoli antichi e gli dei

Nell’antichità le persone rispettavano la Natura, anzi la adoravano.
Associavano un dio ad ogni aspetto della Natura. Per esempio, esprimevano gratitudine al dio Sole per la luce e il calore che fa crescere i frutti, il frumento, e dà vita a tutti, animali compresi.
I popoli antichi non inquinavano l’aria e l’acqua come facciamo adesso, noi che ci consideriamo più intelligenti e progrediti. Oltre ad inquinare la terra, l’aria e l’acqua, facciamo cose inaudite come distruggere le foreste causando anche l’estinzione di molti animali e di tutto ciò non ci preoccupiamo per nulla. Gli antichi invece erano convinti che tutto quanto esiste nella Natura è un dono di Dio e va quindi rispettato.
Perciò i nostri antenati non erano ignoranti come molti pensano. Noi invece, sapienti e moderni siamo un po’ stupidi come il taglialegna di cui parla Sai Baba che taglia il ramo su cui è seduto[1]. Stiamo distruggendo la natura per sfruttarla al massimo. Chi sono i più stupidi? Dovremmo invece apprezzare gli antichi riconoscendo tutto ciò che hanno fatto per noi, lasciandoci i primi insegnamenti, dalla scoperta del fuoco all’invenzione dell’agricoltura, alla lavorazione del legno, del metallo e via di seguito. Sono stati i nostri insegnanti e dovremmo essere loro grati.
Per quanto riguarda gli dei, gli antichi pensavano che onorandoli e ripettandoli, ci sarebbe stata pace e armonia nella società.

Parlando della Grecia antica e dei suoi dei, Esiodo, un poeta di Ascra in Beozia, intorno al 700 a.C. mise per iscritto e in ordine, in una Teogonia, la storia della Terra dalla creazione fino a quando Zeus assunse il ruolo di dio supremo. Il poema racconta l’origine degli dei e molte altre cose interessanti. “Prima di ogni cosa” scrive Esiodo,

“venne in esistenza Chaos; poi Gaia (la Terra) dall’ampio seno, dimora eterna e sicura degli Immortali, che abitano l’Olimpo e il Tartaro nebbioso, nei recessi del suolo. Quindi venne Eros (Amore), che dissipa ogni cura degli uomini e dei Numi”.

Chaos non significa disordine ma il Vuoto primordiale. Chaos è all’origine di tutto. Da Esso ogni altra divinità o realtà si è venuta generando. Questo Vuoto credo che possa essere il Vuoto da dove siamo nati tutti, difatti Esiodo parla della creazione. Si sprigionano da Chaos, entità opposte come luce e buio, infatti dice:

“Da Chaos ebbero vita Erebo (Tenebra) e Nera Notte. Nacquero Etere (Chiarore) ed Emera (Giorno) da Notte, che a Erebo unita l’uno e l’altro diede alla luce”.

Parla poi della Terra, del mare, delle montagne e del cielo:

“Gaia generò per primo, uguale a sé Urano cosparso di stelle, che tutta potesse coprirla e insieme sede fosse dei beati, sicura. E generò le alte Montagne, amena dimora delle Ninfe; e senza amore a Ponto dié vita, che è un immane pelago, ribollente e furioso”.

Dopo aver parlato della Terra, Esiodo parla della costituzione dell’Universo, con tre serie di figli (Titani, Ciclopi e Centimani) che nascono dall’unione di Gaia con Urano, il principio maschile da essa stessa generato. Spiega tante altre cose ancora: racconta di Crono che inghiottiva i figli e Rea sua moglie che ne soffriva. Spiega come ella riuscì salvare Zeus da questa sorte: prese una pietra, l’avvolse in fasce e la diede a Crono, il quale la inghiottì credendo che fosse suo figlio Zeus.
La letteratura greca è scritta in gran parte da Omero, un poeta che visse nelle colonie greche delle Turchia forse alla fine dell’VIII secolo a.C. Scrisse l’Iliade che narra della guerra di Troia e l’Odissea che racconta le avventure di Odisseo nel suo ritorno a Itaca. I due poemi si assomigliano nel modo in cui sono scritti e nei valori che esprimono ed entrambi raccontano storie che arrivano dalla narrazione tradizionale dei cantori più antichi.
L’Iliade e l’Odissea erano così famose che diventarono oggetto di studio e fonte di sapere.
Le fonti della mitologia non sono solo Esiodo e Omero, ma anche tante altre come: Apollodoro, Apollonio di Rodi, Strabone, Plutarco, Pausania, Pindaro, Teocrito, Euripide, Sofocle, Eschilo e Lucio, e tanti altri ancora.
La mitologia greca, come pure le altre mitologie, è molto interessante in quanto contiene insegnamenti validi per tutti i tempi.

Zeus crea il suo regno senza eliminare gli dei più antichi Chaos, Gaia e gli altri, anzi gli dei si moltiplicano per i suoi matrimoni.
Col regno di Zeus si entra in una nuova epoca del mondo. Prima infatti c’è il cosmo di Urano, poi il cosmo di Crono e infine il cosmo di Zeus.
I figli di Zeus sono gli aspetti della sua personalità che diventano dei.
Nella Teogonia, Esiodo non parla solo di dei ma anche di mortali perché anche loro fanno parte del cosmo di Zeus. La moglie di Zeus in Tessaglia non è Hera ma Dione, la Terra. Questa idea, di Zeus come sposo della Terra, fu in una certa epoca molto diffusa in Grecia in generale e non soltanto in Tessaglia. Gli dei erano raffigurati sulle monete.

Nei boschi del Pilio, che è un monte che si affaccia da un lato sul mare aperto e dall’altro sul golfo di Pagasai, Kronos, apparendo come cavallo si avvicinò a Philyra, il tiglio, e da loro nacque il centauro Chirone.
Sul Pilio anche oggi crescono tigli, frassini, pini, faggi e tanti altri alberi che io e mia figlia abbiamo visto nella nostra vacanza in Grecia del 2010.
Chirone aveva poteri risanatori, era un maestro e i suoi allievi erano sia i figli degli dei sia quelli degli uomini. Fra questi c’era Asklepios, dio della Tessaglia, figlio di Apollo e di Koronis, il quale crebbe in un prato di fronte alla grotta dove viveva Chirone; in questa valle cresceva un’erba medicinale, cheironion. Ad Asklepios venne insegnata la medicina e divenne il dio dei medici.
Sia Esiodo sia Omero parlano dei centauri. Omero racconta spesso del saggio centauro Chirone.

Raccontiamo ora un’altra vicenda.
Prometeo cercò di ingannare Zeus nella divisione delle carni del sacrificio. Squartò un grande bove e l’offrì a Zeus ponendo da una parte la carne e le interiora coperte col ventre del bove e dall’altra le ossa “con frode ingegnosa”, “coperte di lucido grasso”. Zeus gli chiese che differenza ci fosse tra le parti e Prometeo gli rispose di scegliere quello che più desiderava il suo cuore. “Zeus dall’eterno consiglio riconobbe la frode, che non gli sfuggì” “Con entrambe le mani sollevò il bianco adipe; ma si crucciò, e la bile prese il suo spirito quando vide le candide ossa del bove, frutto dell’ingegnoso inganno”. Zeus, arrabbiato, da quel momento “negò ai frassini il potere del fuoco instancabile per i mortali abitatori della terra”. Ma Prometeo, che era molto astuto rubò la vampa del fuoco. E Zeus quando la vide tra gli uomini, si adirò.
“E subito un male creò per i mortali per vendicarsi del fuoco”, e così creò la donna. (Teogonia, 535 – 75)

Le religioni antiche

Molto tempo fa, c’erano i cantastorie in Sicilia e in altre parti d’Italia.
Lo stesso avveniva nell’antica Grecia: si cantavano canti eroici, che sono poi la base delle opere di Omero, sia per le strade, sia nei palazzi di persone di cultura in occasione delle feste. Esistono racconti popolari di eroi e miti in molti paesi del mondo. In queste storie gli dei sono manifestazioni della natura: per esempio il dio sumerico Enlil è il signore dell’aria e dei venti. Un altro esempio è quello degli urriti che veneravano il dio del tempo il cui figlio era collegato alla fertilità della Terra. Esistono dei miti molto simili a quello dell’arca di Noè: per esempio il poema epico su Atra – hasis racconta che egli, re di Šuruppak, antica città sumerica, sopravvisse con la moglie e la famiglia in una sorta di arca. Nei miti ci sono racconti del diluvio, come quello della nostra Bibbia, in diverse versioni.
Se non crediamo alla mitologia, non dovremmo credere neanche ai miti nella nostra Bibbia, lì infatti leggiamo di dei quali: Nefilim, Enlil, Enki, di eroi, di giganti ecc. Se crediamo alla Bibbia perché allora non credere a eroi, giganti e dei degli altri Paesi? Il Cristianesimo ha relegato gli dei nella mitologia, sostituendoli con i Santi. E questi Santi sono uomini e donne che vivono solo bene la loro vita ma non fanno niente di straordinario, tant’è vero che quando vengono a nascere ancora sulla Terra devono adempiere il più grande compito della vita che è raggiungere la Sacra Meta, cioè riconoscersi divini.

Quanto scritto in questo articolo sulla mitologia greca è anche frutto del nostro amore per la Grecia. Dato che ci andiamo tutti gli anni in vacanza, ho voluto riportare le antichità di quella terra, ciò a cui i greci hanno creduto in tempi remoti.

[1] Si veda il Pensiero del giorno di Prashanti Nilayam del 5 dicembre 2003

Parlo di me

Ciò che ho sperimentato e compreso è talmente bello e importante che non posso tenerlo solo per me. Per questo ho deciso di condividere le mie esperienze spirituali. E se anche soltanto una persona, leggendo il blog o i miei libri, decidesse di intraprendere un cammino di ricerca interiore arrivando a provare la mia stessa infinita Gioia, avrò raggiunto l’obiettivo. La vita spirituale mi ha dato tutto, mi ha appagato completamente. Quando si ama intensamente Dio, non si desidera nient’altro e non si teme più nemmeno la morte. Il Padre, puro Amore, è la Grande Energia che permea l’Universo e noi non siamo altro che sue Scintille. Acquisirne la consapevolezza ci fa sentire completi e in armonia con il creato. Nel mio cammino, ho scelto la meditazione profonda perchè la considero una via diretta, ma ciascuno è libero di intraprendere la strada che gli è più consona.

Anna Gravinese

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