Gesù è un modello per tutti noi

da | 25 Dicembre 2023 | Gesù, Sathya Sai Baba, Scoprire il Divino Sé

Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay

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Gesù non è l’unico Figlio di Dio, anche noi lo siamo: se Lo emuliamo nel suo processo di evoluzione, pure noi possiamo arrivare a dire “Io e il Padre mio siamo uno”.

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La Vita di Gesù Cristo è per tutti noi un esempio da seguire. Nel poco tempo che è rimasto sulla Terra ci ha lasciato degli insegnamenti di valore inestimabile. La Sua vita è stata una Missione. Egli ha manifestato la Potenza Divina per farci capire che tutti noi, se siamo collegati al Divino Sé, possiamo fare le stesse cose che ha fatto Lui fino a diventare un Maestro.
La gente non ci crede perché la Chiesa ci ha insegnato che Gesù è l’unico Figlio di Dio. Tutti invece possono, se vogliono, essere come Lui. Cristo è un modello di vita.
Non tutti sanno che Gesù in India è riconosciuto come un grande yogi, un uomo che ha raggiunto l’apice della vita divina. È arrivato, per mezzo della meditazione, alla Suprema Meta. Siamo tutti figli dell’Altissimo e seguendo l’esempio di Gesù possiamo anche noi diventare uno con il Padre.
Gesù non voleva neanche essere adorato ma soltanto emulato.
Egli non ci ha redenti, ma ci ha indicato la via per trovare il Divino Sè. 
È bene seguire subito il Suo insegnamento perché è efficace. Se vien fatto da tutti, nessuno escluso, si entra veramente nel Regno dei Cieli di cui Egli parlava.
Andò quaranta giorni nel deserto per allontanarsi da ciò che poteva nuocere al Suo intento e trovò Dio nel Suo cuore, come noi faremo nel silenzio della meditazione.
Per chi si realizza, diventa possibile anche l’impossibile. Infatti Gesù, a riguardo dei miracoli, disse: “E voi farete miracoli anche più grandi di questi.”

Ora riporto un brano da un Discorso di Sai Baba che spiega molto bene l’evoluzione spirituale di Gesù. Sai Baba dice che ci sono tre stadi per realizzare l’Amore che è Divino e li descrive in relazione a Gesù.

“Come la maggioranza dei ricercatori, Egli prima cosa cercò il Divino nel mondo oggettivo. Ma presto capì che il mondo è una rappresentazione caleidoscopica creata dalla propria immaginazione.
Poi cercò di trovare Dio dentro di Sé. La Sua permanenza nei monasteri dell’Himalaya nel Kashmir ed in altri centri di ascetismo orientale e speculazione filosofica, Gli conferì maggiore consapevolezza. Dall’attitudine dall’essere Messaggero di Dio, ora poteva chiamarsi Figlio di Dio. Il legame della relazione si rafforzò; il Suo ‘Io’ non era più una qualche luce o entità distinta; la luce divenne parte dell’‘Io’. Egli era un messaggero quando era predominante la coscienza del corpo. Con la coscienza del “cuore in ascesa” Egli sentì una maggiore vicinanza e affetto, e così la relazione “figlio – Padre” sembrava naturale in questo stadio. Dopo quando la Coscienza Divina fu stabilita Gesù poté dichiarare: “Io e il Padre Mio siamo Uno”.
I tre stadi possono essere descritti così; ‘Io ero nella Luce’ ‘la Luce era dentro di me’, e ‘Io sono la Luce’, e si possono paragonare agli stadi del dwaita (dualismo), visishtadwaita (non dualismo qualificato) e adwaita (non dualismo), secondo la descrizione della filosofia indù. Lo stadio finale è raggiunto quando ogni dualità viene abbandonata. Questa è l’essenza di tutte le discipline e insegnamenti religiosi”.
(Sai Baba 1980)

Parlo di me

Ciò che ho sperimentato e compreso è talmente bello e importante che non posso tenerlo solo per me. Per questo ho deciso di condividere le mie esperienze spirituali. E se anche soltanto una persona, leggendo il blog o i miei libri, decidesse di intraprendere un cammino di ricerca interiore arrivando a provare la mia stessa infinita Gioia, avrò raggiunto l’obiettivo. La vita spirituale mi ha dato tutto, mi ha appagato completamente. Quando si ama intensamente Dio, non si desidera nient’altro e non si teme più nemmeno la morte. Il Padre, puro Amore, è la Grande Energia che permea l’Universo e noi non siamo altro che sue Scintille. Acquisirne la consapevolezza ci fa sentire completi e in armonia con il creato. Nel mio cammino, ho scelto la meditazione profonda perchè la considero una via diretta, ma ciascuno è libero di intraprendere la strada che gli è più consona.

Anna Gravinese

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