Visione di un Tempio d’Oro circondato dall’acqua

da | 5 Novembre 2021 | Esperienze spirituali

Foto di Lionel Borie da Pixabay

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All’inizio del mio cammino spirituale vidi in visione, durante la meditazione profonda, un grande e meraviglioso tempio costruito sull’acqua.  

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Un’estate di molti anni fa, mentre mi trovavo in vacanza al mare, in meditazione mi vidi su una spiaggia di notte da sola. Ero affascinata dal mare calmo e mi accorsi che sulla superficie, poco lontano dalla riva, c’era un grande Tempio.

Era di un’architettura molto fine, bella, e sembrava d’oro. Dentro c’era una luce molto forte e, tra la luce e l’oro delle pareti, dava l’impressione che dentro ci fosse il Sole.
Rimasi incantata anche perché era in mezzo all’acqua. C’era solo un ponte per arrivare al Tempio dalla riva del mare e un marciapiede largo un metro per camminarci attorno.
Tutto il resto era mare.

Sulla porta fuori dal Tempio c’erano tre uomini vestiti con tuniche chiare e mantello. Avevano la barba un po’ lunga e i capelli scuri di media lunghezza. Dato che erano di spalle al Tempio e rivolti alla riva del mare, i nostri sguardi si incrociarono. Si tenevano per mano. Quando li guardai sorrisero e allo stesso tempo alzarono le braccia in alto senza lasciarsi le mani. Era un gesto come per dire “Vittoria!”; per tre volte mossero le braccia e sorridevano. Riconobbi solo l’Uomo che si trovava al centro, era Gesù, e poi intuii che gli altri due erano Mosè ed Elia, poi tutto sparì.

Ero contenta di aver visto questa splendida costruzione sull’acqua. La gran luce sprizzava fuori dalle sue mura da farle sembrare trasparenti per il luccichio e lo splendore. Però non sapevo se esisteva davvero il Tempio, né conoscevo il significato di quel gesto di vittoria dei tre uomini. Quando la mattina andai in spiaggia, raccontai a mia sorella Addolorata la visione. In quell’anno venne anche lei in Calabria con sua figlia minore e due nipotini. Non seppe dirmi nulla al riguardo.

Sette anni dopo scoprii che quel tempio esiste davvero. Con grande stupore lo riconobbi in una diapositiva che, all’Università della Terza Età, ci mostrò il docente di Religioni Orientali. Era identico a quello della mia visione! Credo che Gesù, insieme agli altri due uomini, mi volesse incoraggiare nel mio cammino spirituale.

Per saperne di più presi in prestito il libro Storia delle Religioni, India, La biblioteca di Repubblica. Lessi che il Tempio d’oro è il centro del culto Sikh, che ebbe origine dal Guru Nanak. Guru Nanak nacque in una famiglia Hindù, nell’odierno Pakistan, circa nell’anno 1469 e fu un grande Maestro spirituale. Per portare alla gente i suoi insegnamenti viaggiò per circa vent’anni arrivando fino alla Mecca. Era un uomo carismatico, ma contemporaneamente semplice e dotato di senso dell’umorismo. Invitava la gente alla preghiera. Dava i suoi insegnamenti cantando poesie che egli stesso componeva. Predicava l’esistenza di un unico Dio, difatti la religione Sikh è monoteista. Spiegava che Dio non si trova nell’ascetismo o nei riti, ma nella famiglia e nella vita sociale, nell’onestà e nel lavoro e dava l’esempio con la sua stessa vita. Prima di lasciare questa Terra, Guru Nanak nominò un suo successore, e questi un altro ancora e così via fino a dieci Guru. Ognuno di loro aggiungeva delle composizioni con altri insegnamenti. Il quarto Guru, Guru Ram Das (1534-1581), si stabilì a Ramdaspur, città che poi prese il nome di Amritsar. Guru Ram Das fece scavare il lago artificiale Amristar, Lago dell’Immortalità, al centro del quale venne costruito poi il Tempio d’Oro che diventò centro religioso, politico e culturale dei Sikh. Il decimo Guru, Guru Gobind Singh (1666-1708), non nominò un successore perché considerava ormai completo l’insegnamento. Disse che a succedergli sarebbe stato il “Guru Granth Sahib”, il Libro Sacro, contenente gli insegnamenti dei Maestri. Il Libro Sacro costituiva l’espressione dello Spirito Divino che aveva animato Guru Nanak e gli altri Maestri e diveniva l’unico Guru da seguire. Ora il Libro Sacro si trova e viene letto nel Tempio d’Oro e anche al giorno d’oggi i Sikh hanno l’abitudine di aprire a caso una pagina del Libro per ricavarne un “dettato regale” (HUKAM) di comportamento da seguire durante giornata.

Nella dispensa che ci diede il docente dell’Università della Terza Età, si legge:

“Il centro del culto Sikh è il Tempio d’oro di Amristar al confine con l’attuale Pakistan, innalzato nel 1580 dal quarto Guru RAM DAS. Tempio distrutto e ricostruito diverse volte. Amristar vuol dire immortale; per visitarlo: davanti all’entrata dobbiamo togliere le scarpe, lasciamo sigarette e alcol. Passata la porta ci appare questo straordinario Tempio circondato dall’acqua, rimaniamo senza fiato, il Tempio sembra sospeso sull’acqua. Una meraviglia interamente rivestita d’oro, al centro di un lago dalle rive di marmo. Tutt’intorno decine di Sikh, uomini dalla statura imponente con barba di guerriero, con turbanti di seta colorata, cinture lussuose, pugnali e sciabole; donne con preziosi pigiama dai colori riposanti, con capelli raccolti in trecce profumate. Scalzi, facciamo il giro prima di attraversare il ponte che collega il Tempio alla sponda del lago; la calca toglie il respiro, avanziamo passo passo, il respiro accelerato dall’emozione, stretti fra una folla che si sposta lentamente sul ponte verso il Tempio. Nel Tempio una scala principale, al centro della quale su un trono si trova il Libro Sacro: “Guru Granth Sahb” che viene tenuto aperto dalle quattro del mattino alle dieci di sera, un maestro spirituale legge qualche pagina degli insegnamenti del Saggio fondatore Nanak; alla fine del libro si trovano le seguenti parole: “Nel vassoio sono state poste tre cose: Verità, Appagamento e Saggezza, nonché il nettare del Nome del Signore, il sostegno di ogni cosa”.
Guadagnando l’uscita, i piedi nudi bollenti causa il pavimento di marmo scaldato dal sole, ci fermammo davanti ai piccoli altari che circondano il lago sacro, dove molti fedeli sono in preghiera. Siamo fuori trasognati, immersi in sentimenti indefiniti, recuperiamo le nostre cose e ci mescoliamo in mezzo alla folla che percorre le strade della città.”

Brano tratto dalla dispensa del docente dell’Università della Terza Età

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Parlo di me

Ciò che ho sperimentato e compreso è talmente bello e importante che non posso tenerlo solo per me. Per questo ho deciso di condividere le mie esperienze spirituali. E se anche soltanto una persona, leggendo il blog o i miei libri, decidesse di intraprendere un cammino di ricerca interiore arrivando a provare la mia stessa infinita Gioia, avrò raggiunto l’obiettivo. La vita spirituale mi ha dato tutto, mi ha appagato completamente. Quando si ama intensamente Dio, non si desidera nient’altro e non si teme più nemmeno la morte. Il Padre, puro Amore, è la Grande Energia che permea l’Universo e noi non siamo altro che sue Scintille. Acquisirne la consapevolezza ci fa sentire completi e in armonia con il creato. Nel mio cammino, ho scelto la meditazione profonda perchè la considero una via diretta, ma ciascuno è libero di intraprendere la strada che gli è più consona.

Anna Gravinese

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